mercoledì 14 novembre 2018

Nagasendo (un poco)

Cascate uomo e donna, coppie neo-sposate e stare in campana.

Sveglia all’alba, perchè qua il Sole si leva presto e se non si segue si finisce a fare i vampiri e vivere assolutamente nell’ombra. Le stazioni della metro di Kyoto alle 6 sono ancora quasi deserte e così ho potuto raggiungere la stazione di Kyoto senza troppi problemi per prendere lo shinkanzen (Hasami - credo insomma dovrebbe essere non quello troppo veloce) per Nagoya e da là ancora cambiare il treno e prendere il mio espresso limitato preferito (Wide View) verso Nagatsugawa che sarebbe la stazione più vicina a Magome. Sul treno non si poteva non notare la coppia di turisti con scarpe da trekking, inevitabile la domanda, “anche voi verso Magome?” e insomma, com’è come non è ci siamo ritrovati a condividere questo trattino del Nagasendo insieme. Partenza da Magome che è un villaggio molto carino in mezzo alle montagne, tutto fatto di casettine di legno, tempo di far spedire lo zaino alla destinazione (eh, se posso fare a meno di fare il mulo ne approfitto!) e poi via verso il sentiero tra i boschi. La camminata è simpatica, c’è qualche mulino ad acqua, un tempio della fertilità con un ciliegio secolare, e tante campanelle da suonare per tenere lontani gli orsi. Molto piacevole la compagnia della coppia in viaggio di nozze incontrata sul treno (Arigato Alex e Rosìa) con il quale si è un po’ chiacchierato e camminato saltellando tra una passerella e una cascata. Il villaggio finale (sweet home, Tsumago) è anche lui molto pittoresco, non so se all’altezza della nomea di essere uno dei meglio preservati e quant’altro, ma comunque carino. Ci siamo regalati un pranzo al volo anche se purtroppo le persone celiache e quelle vegetariane sono molto difficilmente compatibili a livello di alimentazione. Quindi i due panozzi ripieni di cavolo (tipo bigos polacco) non li ho potuti condividere. E poi via verso l’autobus (oh, il bagaglio ovviamente era là ad attendermi). Bello ma non so se sia l’esperienza indimentacbile che lonely planet sembrava suggerire. 

Le due cascate: maschio e femmina, chi dei due è chi? Lascio indovinare al sagace lettore (?)
 Magome
 Il bus per arrivare a Magome ha uno stile tutto personale!
 
Poi a Nagiso non c’è proprio nulla e anche la micro stazione non aveva molto da offrire per ingannare l’attesa. Il treno per Matsumoto è uno di quei treni lenti lenti, che si fermano sempre a tutte le stazioni che ti fanno addormentare con la testa appoggiata al finestrino e che ci mettono quasi due ore per portarti a destinazione. Così quando arrivo è già quasi buio, giusto il tempo di mettermi in cammino verso l’ostello (già, per questa notte dormitorio). Il vantaggio della scelta è che in questo periodo comunque il flusso di turisti è minimo, quindi il disagio è scarso, il vantaggio è che si incontrano persone piacevoli come Nick con le quali si può andare a mangiare del Curry indiano, prendere le foto del castello illuminato di notte che si riflette sull’acqua del fossato che lo circonda e imparare nuovi giochi di carte (2-10-Asso) e bere qualche buon bicchiere. Abbiamo desistito la serata a infilarci nel bagno pubblico di Matsumoto, che anche la sera era pieno di gente (e effettivamente deve essere piacevole a fine giornata) ma il senso del pudore e il non eccessivo entusiasmo nel vedere diversi anziani giapponesi completamente nudi ci hanno fatto desistere dall’intento.


Comunque giornata intensa e piena di emozioni, terminata nel futon a castello con tendina per la privacy e un po’ di tempo per pianificare la giornata di domani, scoprire qualcosa sugli orari dei bus (poi rivalatisi falsi) e decidere di partire verso l’onsen di Asama.

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