Anche bollito posso scalare la torre del castello.
Tante, trope cose
da raccontare, il tempo sfugge tra le dita e di momenti per mettersi a scrivere
con un minimo di lucidità sono davvero pochi.
Per ora scrivo di
Matsumoto, visto che la cosa è fresca di giornata, dei giorni precedenti
cercherò di recuperare in qualche modo.
Finalmente sono
tra le Alpi giapponesi, abbandonate le grandi città ci si immerge in uno stile
di vita fatto di piccoli ruscelli, sorgenti e paesini più o meno grandi. Il
traffico di macchine viene, sorprendentemente, rimpiazzato da quello di
biciclette che, per il pedone occasionale, rappresentano una minaccia e una
sfida ben più difficile da superare. Insomma banchi di ciclisti diretti a
scuola che spuntano da dietro l’angolo possono facilmente riempire il
marciapiede senza via di scampo!
Le montagne qui
sono note per essere irrequiete e fonti di acque caldissime termali, ovviamente
era dall’inizio del viaggio che consideravo il visitare un Onsen (stazione
termale giapponese) una priorità irrinunciabile. Ed eccomi qua a perdere
l’autobus verso Asama Onsen per poter così consumare un caffé e una torta al
cioccolato in attesa del seguente, viaggetto di una ventina di minuti per
scoprire che la “località termale” altro non è che un quartiere della città
stessa a ridosso delle colline (che penso loro chiamino comunque montagne). Che
dire, sicuramente non un posto da turisti, dato che l’unico straniero in
circolazione ero io. Beh, poco male, dopo una breve avventura nei boschi alla ricerca
di qualche tempietto e qualche cimitero (ormai la regola d’oro si è imparata
collina=cimitero) sono stati i bisogni fisiologici a costringermi in un bagno
pubblico. Ove per bagno pubblico si intende bagno termale con acqua calda,
ovviamente. L’assenza di personale non mi ha fatto desistere, o diciamo che
quando si deve non si può proprio guardare a questi dettagli. E così, come solo
i Ninja possono fare mi sono infilato nei bagni quatto quatto e senza scarpe.
Alla fine ho colto di sorpresa la povera inserviente che mi ha visto spuntare
alle spalle e mi ha guardato sconvolta per farmi notare che avrei dovuto pagare
il biglietto. Fortuna che contavo proprio di fare un trattamento d’acqua
termale!
E insomma,
biglietto in mano mi trovo a seguire le indicazioni verso la “dressing room”
senza nemmeno avere dei punti di riferimento a parte le immagini dei Manga per
immaginare cosa esattamente dovessi fare. Ma poco male, insomma si tratta di
denudarsi, lavarsi in un modo convenevole (sì, con lo sgabellino e la tinozza
d’acqua), e poi iniziare a passare il tempo seduti in diverse vasche;
sbollentarsi in quella d’acqua calda, arrestare la cottura in quella fredda, mantecare
in una calda vasca di legno esterna e riscaldare nella sauna, una sciaquata
veloce e si può iniziare un nuovo ciclo. Una volta terminata la preparazione ho
pure scoperto che c’era una bellissima “vasca esterna” che tra l’altro è quella
che usano per promuovere la località stessa, ancora qualche minuto di calore
sotto le immancabili foglie di un acero giapponese. Autobus e via direzione
castello di Matsumoto. Ora questo castello è uno dei più imponenti che ci siano
in Giappone e ha vissuto una travagliata storia di guerre e di successioni tra
signori che gli hanno cambiato nome fino ad arrivare a quello, per l’appunto,
di Matsumoto. Il castello è bellissimo! (Grazie a Nick che dall’Australia è
venuto in Giappone e mi ha convinto a restare più tempo a Matsumoto proprio per
questa visita). Si sale in cima attraverso delle scale ripidissime che cercano
di fare selezione delle anziane signore nipponiche che stoicamente arrancavano
su scalini che facevano, senza esagerare, almeno un terzo della loro altezza.
L’arrampicata regala una magnifica vista sulle montagne circostanti, nonostante
le nubi all’orizzonte comunque molto bella, e la discesa permette di passare
per la sala della luna, postazione di romantiche osservazioni celesti costruita
durante il periodo di pace che anche questa fortezza ha potuto conoscere.
Ritorno a piedi
per prendere il bagaglio e niente Soba vegetariana purtroppo anche oggi ci si
limita a qualche cosina recuperata al 7 eleven... E poi via, treno espresso
(sebbene limitato) verso Nagano! Comunque più guardo le montagne e le città
quassù meno ho voglia di sbrigarmi per arrivare a Tokyo, già mi hanno detto che
ci sarà un sacco di gente un sacco di cose e già mi sento travolto ancora prima
di esserci mai stato!