lunedì 29 settembre 2008

Giorno 14

Pare quasi incredibile che siano passate due settimane, eppure andando ogni mattina in laboratorio per tornare solo alla sera i giorni volano inseguendosi l'uno con l'altro. Così sono arrivato a domenica, dopo un sabato a mezzo regime mi sono preso una giornata di riposo, di quelle senza sveglia, e con colazione a base di latte e caffè scuro! (senza la mokina a volte non saprei proprio come fare!).
Comunque ormai c'è poco di nuovo da raccontare, pian piano sto prendendo confidenza col quartiere di Ber Sarai, ho imparato a trovare i posti dove si può mangiare senza troppi pericoli se non quello di essere tempestati di domande da diversi studenti che si siedono allo stesso tavolo. Il posto è piccolino per cui è abbastanza comune il condividere il tavolo con qualcun altro. Un sacco di gente qua pare studiare Business e management, che poi esattamente di cosa vogliano essere manager non mi è chiaro. La zona in effetti è piuttosto polverosa e terrosa... chissà se da qua davvero potranno nascere i manager del futuro...

Anche la mia visita in centro, data anche la domenica di riposo, è stata ridotta all'osso. Sono praticamente andato solo per accompagnare Florian all'autobus per raggiungere Manali (anche lì è stata un'impresa, tra false agenzie di viaggi ed incomprensioni varie e pullman arrivati con ore di ritardo rispetto a quanto detto. A parte questo sono stato in un café molto molto occidentale (anche nei prezzi tutto sommato) dove mi sono potuto godere con affogato al caffè... che di fatto aveva poco da invidiare a quanto si può trovare nelle nostre italiche piazze. La sera, salutato Florian, mi sono offerto un tipico pasto occidentale: ovvero un hamburger di pollo da Mc Donald... non so se questo mi possa fare addirittura peggio della continua assunzione di cibi indiani piccanti.
Tornare con l'autobus è stato relativamente semplice, fatto eccezione l'affollamento (a volte sembrava di essere sotto assedio con una folla di gente che saliva alla fermata e si assiepava nell'autobus...), resta comunque il mezzo più sicuro per spostarsi dal centro alle mie zone. Dato che dei motorisciò ci si può fidare, ma decisamente solo per le brevi distanze. Non mi esalta l'idea di essere in balia di una sola persona per una mezz'ora o più per attraversare tutta la città!

venerdì 26 settembre 2008

Giorno 7 [continua]

Terminata la visita ci si è incamminati verso quello che doveva essere il centro cittadino, anche se la nostra guida locale premeva affinchè si tornasse a casa. Dato che aveva impellenti affari da sbrigare, tra cui studiare per il giorno successivo. Da queste parti in effetti lo studio e il lavoro sono visti in modo quasi ossessivo e molti dei miei colleghi di laboratorio ammettono tranquillamente di non essere mai stati in giro per Delhi, ma di aver passato il loro tempo appunto tra casa e lavoro. Ovviamente nemmeno questa è una legge assoluta, ci sono le dovute eccezioni ma diciamo che l'atteggiamento generale è più orientato verso il lavorare/studiare ad ogni costo. Per cui abbiamo salutato la nostra guida Ram e ci siamo avventurati lungo la strada principale che, passando attraverso dei prati dove molti giovani indiani giocano a Cricket, porta dall'India Gate alla dimora presidenziale, con tanto di palazzoni annessi. Il complesso è costruito su una piccola collinetta e accanto ad esso si trova il parlamento di forma (presumo) circolare, anch'esso piuttosto spettacolare. Dalla cartina poi, pareva che fosse decisamente vicino raggiungere un tempio Hindu, così con l'intrepido entusiasmo del turista ci siamo addentrati nella città per raggiungere la nostra agognata meta. Direi che questa è stata una delle scelte peggiori della nostra domenica, o almeno si è poi rivelata essere tale dato che la strada, che sembrava dritta sulla cartina, si è rivelata essere piena di immense rotonde con tanto di traffico che costringeva a camminare nel fango sui bordi della strada. E improvvisamente, come sempre accade da queste parti, è arrivato il buio pesto della notte. Che ha peggiorato ancora di più le nostre già non rosee condizioni...
Dispersi nelle vie si continuava a chiedere alle persone la direzione giusta, gente che ci guardava sinceramente stranita per il nostro intento di camminare fino a questo Tempio... è lontano dicevano, prendete un taxi... ma ormai per noi era decisamente una questione d'onore.
Così siamo passati davanti alla cattedrale del Sacro Cuore, dove un tipo cci ha assicurato di voler fare amicizia con noi e ci ha chiesto di venire a trovarlo il giorno dopo! Che anche se avessi proprio disperatamente voluto, quel posto non l'avrei MAI trovato.
Alla fine, quando ormai stavamo per cedere stremati dal buio, dal fango e dalla stanchezza. Ecco comparire nella notte il tempio rosso (che se riuscissi a ricordarne il nome sarebbe bello...). Una costruzione piuttosto recente (1938) per altro piena di Svastik (mi pare che si scriva così) in ogni dove.



Dietro il tempio stavano facendo una cerimonia Hindu che abbiamo guardato a distanza e per poco tempo... poi siamo andati al bar del tempio (sempre nel parco dietro di esso, dove c'erano anche degli scivoli di marmo) a cenare coi Samosa di patate (che sono delle sorta di tortelloni fritti molto comuni da queste parti). Dopo di che il ritorno è stata una seconda impresa, anche se uno dei motorisciò ci ha portato fino al museo Nazionale (che non era poi così distante tutto sommato) e siamo riusciti a prendere il pullman giusto, siamo però al contempo riusciti a sbagliare la fermata, perderci di nuovo ed essere costretti a prendere un secondo Risciò per raggiungere il nostro allegro quartiere di Ber Sarai... e così poter finalmente andare a letto, pronti (o meglio io pronto) a scattare per una nuova giornata in laboratorio!

[Non c'entra ma siccome è stato richiesto metto anche la foto del geco d'appartamento]

lunedì 22 settembre 2008

Giorno 7

Tra un paio d'ore scatta il momento fatidico, l'ora esatta che sancirà la fine della mia prima settimana a New Delhi. In una settimana sono successe davvero troppe cose, e forse anche raccontandole non so se si possa rendere a pieno l'idea. Cominciamo dall'inizio:
L'arrivo all'aeroporto è stato scioccante per certi versi, a notte fonda mi sono trovato in mezzo al caldo appiccicoso dell'India a cui, ovviamente, non ero abituato. Nella calca di tassisti assiepati appena fuori dall'uscita dell'aeroporto stesso ho trovato la targhetta col mio nome e un ragazzo (che credo avesse la mia età al massimo) che mi avrebbe portato fino all'ICGEB (il celebre centro internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie). Il viaggio dall'aeroporto m'ha mostrato subito la strana faccia di Nuova Delhi, il suo traffico perenne in qualsiasi ora del giorno e della notte, e le strade asfaltate ma fino ad un certo punto, con buche e dossi che le interrompono di tanto in tanto. I clacson che qua vengono suonati di continuo, per chiedere di passare per far muovere le altre macchine, o semplicemente per avvisare che ci si sta avvicinando... il rumore dei clacson diventa una costante anche se si sta a diversi metri da una strada e non si tratta di un incrocio ma di una semplice via di passaggio. Così sono arrivato all'ostello, la camera che mi è stata assegnata sembrava davvero in uno stato terribile, qualcosa che in Italia si trova solo nelle vecchie pensioni a una stella. Così, arrangiandomi con le mie lenzuola, sono riuscito a dormire la prima notte, cullato dal rumore raspante del condizionatore d'aria. Il giorno seguente svegliato presto mi sono diretto bardato con zainetto e tutto quanto, verso il laboratorio di V.S.Reddy. A parte la lunga attesa sono stato recuperato prontamente da uno dei ragazzi del laboratorio, Amit, e portato a prendere un tè e un'omlette nel panino (ovvero un uovo fritto assieme a qualcosa come una cipolla intera!). Mandata giù la colazione, in effetti ero piuttosto affamato... eccomi di ritorno al laboratorio dove mi aspetta il professore, che mi accoglie dicendomi che la prima occupazione sarebbe stata quella di trovarmi una stanza...




Benissimo dico io! Sperando che ci fosse qualche specie di campus o di alloggi per studenti non lontano... in realtà ero davvero lontano dalla verità! In questa area abbastanza sperduta la vita si svolge in dei “villaggi” o in “complessi residenziali” ovvero piccoli dedali di stradine strette che crescono a partire da un lato della strada principale. A parte un dormitorio, che è stato escluso a priori le altre opzioni erano vivere in casa di una signora (molto gentile probabilmente, ma forse fin troppo invadente, che mi avrebbe lasciato forse un po' poche libertà e un po' poca privacy...) o un altro appartamento con stanze singole, che però non ha dato fiducia al professore per cui è stato scartato. Sballottato e leggermente sconvolto sono ritornato all'ostello convinto di non riuscire più a trovare una sistemazione adeguata.
Così il giorno dopo ancora in laboratorio, inizio a fare il mio lavoro (seppur con qualche errore), nel mentre la gente del laboratorio si attiva in massa per trovarmi un alloggio. Su questo, non c'è niente da dire, sono stati fin troppo gentili! Oltre a questo però c'è anche da sistemare la questione della registrazione del visto (cosa che poi s'è rivelata non necessaria per fortuna). In questa giornata ho conosciuto anche Abhishek (che credo d'aver sbagliato a scrivere) altro ragazzo del laboratorio che m'ha dato una mano con l'ordinazione del pranzo (cosa che ancora adesso mi risulta difficile non riuscendo a tenere in mente uno solo dei nomi dei piatti di qua) comunque Egg and Curry with Rice non suona così esotico tutto sommato...
A parte l'incontro con il geco in stanza (una bestiola di dimensioni ragguardevoli almeno quattro volte un geco italiano, se non di più!) la giornata non ha riservato altre grandi sorprese.
Il giorno dopo eccomi nuovamente in lab a compiere il mio dovere (o almeno a cercare di riparare ai danni dei due giorni precedenti!) questa volta, non capendo assolutamente nulla seguo il prode Abhishek all'esterno dell'ICGEB pensando di andare a mangiare... invece vengo portato del Ber Sarai, uno dei quartieri di cui sopra (ma senza recinzioni e guardie) dove al secondo piano di una delle tante case che si affacciano sulla via interna del quartiere ecco che mi ritrovo V.S. Reddy con Leela (che per altro oltre che lavorare nello stesso laboratorio è anche sua moglie), tutto contento per avermi trovato un alloggio come si deve... Beh... come si deve è una parola grossa essendo le due stanze piuttosto sporche, essendo completamente vuoto... ma il professore rassicurante mi dice che mi darà una mano sia dandomi parte delle cose di casa sua che non usa, sia portandomi a fare delle spese per recuperare tutte le cosuccie necessarie per poter vivere in una casina. Un po' spaventato ho comunque accettato di andare in questa stanza. Più che altro perché è veramente vicino al ICGEB (distanza pedonabile!) e inoltre ci sono anche delle macchine che fanno la spola (non solo per me ovviamente) nel portare le gente da un incrocio poco lontano al ICGEB. Così passo la mia ultima notte nella stanza dell'ostello, mangiando assieme ad un ragazzo tedesco, tale Florence, che rimanendo a Delhi per una settimana aveva bisogno di una sistemazione... così con gran piacere mi sono trovato anche un compagno di stanza per la nuova casa. Simpatico ma soprattutto spavaldo m'è sembrato dato che già Mercoledì aveva preso e se ne era andato da solo in giro per Delhi a visitare un po' di monumenti.
Così Giovedì, tra una cosa e l'altra mi sono traslocato nella nuova stanza. La mia valigia arancione che veramente sembrava non c'entrare nulla con l'ambiente circostante è finita fino al secondo piano e piazzata nella stanza da letto. Per la prima notte non avevamo nemmeno la luce nel bagno (poco male ci si è arrangiati con torce elettriche e candele), il giorno dopo hanno sistemato anche questo dettaglio. Durante la giornata sono anche riuscito a recuperare un po' di cibo in un grosso centro commerciale ancora in costruzione in cui un solo negozio (Big Bazaar) era aperto. Come il nome suggerisce c'era dentro davvero di tutto! Dai vestiti al pentolame e domestici in generale e, ovviamente, anche degli alimentari... comprese tutte le cose occidentali come la Pasta e l'olio di oliva!! (L'olio da solo è costato come metà della mia spesa praticamente ben 350 Rupie!)
Florence è arrivato solo dopo le 23 a casa! Per cui di fatto abbiamo interagito pochissimo e dato che io mi dovevo alzare presto per prendere la macchina del ICGEB (che passa alle 9! Anche se non è proprio vero...) ho deciso che si andava tutti a letto presto. Che poi dato che da queste parti viene buio alle sette di sera (e quando dico buio intendo DAVVERO buio pesto!) non è nemmeno così difficile andare a dormire presto...

Grazie al supporto di altra gente dell'ICGEB sono riuscito a trovare la macchina e prendere il passaggio “ufficiale” per raggiungere il centro. Con tanto di canzoncina indiana per bambini alla radio... non c'è molto altro da dire sul venerdì, giornata interamente dedicata al laboratorio e al cercare di stabilire una connessione internet da questo con altalenanti risultati... La sera mi sono sparato nuovamente Hellboy dal PC (film che avevo già visto, ma non sapevo che proporre d'altro al mio coinquilino provvisorio). Dopo di che doccia e nanna, che anche al sabato mattina avevo da andare in laboratorio a finire alcune cosuccie! Il sabato ho conosciuto la mensa dell'università (che si trova proprio vicino al ICGEB) un posto assurdo piuttosto sullo sporco andante, dove enormi ciotole di riso e condimenti vari vengono lasciate sui tavoli ad uso e consumo di tutti quanti. Di fatto si può mangiare davvero tanto alla modica cifra di 19 rupie!
Il pomeriggio è poi passato tra sistemare il gas (cosa che ha reso lo sgabuzzino della casa una vera cucina!) andare su internet per chiacchierare coi genitori e sistemare la SIM indiana, l'ultima cosa ha richiesto davvero un tempo lunghissimo tra fare la fotocopia del passaporto (costata un'intera rupia!!) portarla dal tipo aspettare che questo capisse quale tipo di SIM farmi, aspettare che questo compilasse il modulo, mentre distribuiva ricariche a destra e a manca e mentre i bimbi della sua (suppongo) compagna, si infilavano dietro il bancone a strappare soldi e documenti vari... insomma dopo una lunga attesa finalmente ho ottenuto una scheda della Vodafone... praticamente quello che potevo avere in Italia...



La sera siamo andati nel Market occidentale che è sorto sul retro del hotel internazionale. Un luogo talmente occidentalizzato da non sembrare nemmeno in India!! L'unica cosa di cui vale la pena parlare è il McDonald che chiaramente non poteva vendere Hamburger di manzo... per cui con un menù molto particolare, e con una guardia ad aprire e chiudere la porta. L'assalto dei bambini che chiedevano soldi per mangiare è stato un po' meno piacevole.

Così arriviamo a Domenica, ultimo giorno della settimana, e giorno non lavorativo per eccellenza. E io per non essere da meno ho investito tutta la giornata in visite varie. La prima è stata al National Museum, un luogo pieno di opere d'arte delle diverse epoche storiche dell'India sia antica che medievale... ne sono uscito, ammetto, un po' confuso da tutte le divinità indiane e delle loro leggende, che per quanto confuse sono davvero appassionanti. [continua...]



Giorno 0

Eccomi qua, alla partenza all'aeroporto di Malpensa. Devo ammettere che è davvero enorme, e dentro non ha nulla da invidiare agli altri scali europei... anzi!
Ma siccome siamo in vena di ammissioni aggiungerei anche che questo viaggio mette davvero paura. Hai presente la sensazione che provi quando sei in fila per salire sulle montagne russe, quel misto di eccitazione e paura che ti si attanaglia all'imboccatura dello stomaco mentre ti ripeti che andrà tutto bene anche se a vedere le cose sembra che così non possa essere. Ecco è all'incirca la stessa emozione che ho provato nel passare al controllo...
Sarà che un viaggio con queste premesse non è dei più tranquillizzanti. Partire il giorno seguente a un attentato terroristico avvenuto in pieno centro nella città in cui ti stai dirigendo, con la notizia di prima mattina di un aereo russo schiantatosi sugli Urali (fortuna che non ho preso l'Aeroflot mi dico...) e come se non bastasse trovandosi il proprio volo cancellato senza preavviso... beh sono cose che minano la tranquillità anche nel più calmo degli uomini. Garantito.
Ad ogni modo sono qua, il mio professore di riferimento, Siva, mi ha chiamato per telefono, almeno lui era assolutamente tranquillo. Speriamo.
Che sia una grande occasione, un grande viaggio, una grande sfida... beh non è una novità. Come il tutto si rivelerà dinnanzi ai miei occhi giorno dopo giorno quello sì che sarà invece qualcosa di assolutamente nuovo.
Escluso un piccolo viaggio in Marocco (per altro in un villaggio turistico) è questo il mio primo volo intercontinentale, il mio primo impatto con una civiltà con un modo di vivere non occidentale. Per ora ho solo più dubbi che altro... speriamo nei mesi a venire di riuscire a mettere a frutto l'esperienza che verrà.
Ho finito l'ultimo trancio di pizza (già la gola la fa sempre da padrona) italiano prima di partire, sulla swissair mi dicono che si mangi bene, almeno quello se non altro mi conforta. Il volo non sarà lunghissimo e di fatto ho davanti una giornata di ben sei ore più corta del normale. Conto che la levataccia mi dia una mano a crollare dal sonno verso mezzanotte/l'una anche se da noi sarebbero solo le sei/sette di sera. Se la cosa funziona dovrei essere a posto, e magari riuscire anche a svegliarmi domattina...


(chissà se si può usare il portatile in aereo... magari serve una modalità... ma chi la conosce?)