venerdì 24 agosto 2007

oggi...

Oggi ho sbagliato tutto, un'altra volta... un altro passo ad alimentare il demone dell'idiozia. Quando il mondo sembra diventare più scuro, quando anche a chi si vuole davvero bene non si è capaci di regalare un sorriso...
verrebbe da chiedersi perché... perché di questo insuccesso, perché condannare le emozioni a rimanere nascoste, chiuse in un freddo baratro di un corpo inespressivo. Legato in parole che non sbocciano all'esterno, ma che rimangono fredde trattenendo il loro segreto con malvagia perversione. Quando si sente il proprio animo stravolto, agitato e nervoso. E si ha paura di metterlo in mostra, come un mostro in gabbia che se liberato potrebbe portare solo altro dolore. Ma tutto questo non fa che alimentare altre lacrime, altre delusioni...
Quando ci si rende conto di aver intrapreso una strada e di starla percorrendo sospinti a caso senza prendere il passo e senza decidere la propria direzione. Quando non si è più in grado di distinguere tra ciò che vale e ciò che è bello e ciò che, invece, non ha alcun peso e valore. Ribaltando continuamente il concetto, rendendo importante ciò che non ha alcun peso, e sminuendo ciò che invece potrebbe rendere questo procedere una "vita".

Mi sento talmente uno schifo da arrivare ad odiarmi, e talmente uno schifo da non essere nemmeno in grado di cambiare lo schifo che sono... come essere immerso in un buio senza fine che non mi da tregua, perché nasce da dentro di me...

Sono un idiota a non cogliere l'aiuto di chi vorrebbe darmelo, sono un idiota a permettermi di trattare chi è davvero importante come se non lo fosse. Come se qualcuno mi dovesse qualcosa... ma da quando... senza nemmeno la consapevolezza di rendersi conto di non dare nemmeno la metà di quanto si è avuto.
Possibile che non sappia più lottare per quanto mi è più caro?!
Ma cosa è rimasto di me... che cosa?
A volte davvero, giungo al punto di odiarmi così tanto da desiderare di scomparire per sempre, pur di non creare altri danni...

Amore mio, se per colpa mia devi piangere davvero meglio che mi seppellisca e scompaia per sempre, non lo posso sopportare... mi odio nel profondo, sono un essere che davvero non si può che odiare...
Mi dispiace... perché tu credi in me? Perché tu mi vuoi tanto bene? e io... io sono una persona così sbagliata?! Perché sono fatto così male, fino a questo punto, fino a non capire nemmeno cosa sto facendo...

Il meglio che riesco a fare oggi.. è scrivere cazzate...

domenica 19 agosto 2007

5 Centesimi

Il prezzo dell'aumento del fantastico disservizio che oggi ho acquistato. Sembra poco? Beh, anche un 1% non è da sottovalutare quando la qualità non riesce a migliorare, nemmeno di quel poco da rendere effettivamente un servizio tale.
Ma perché tanto astio, e contro chi forse vi domanderete.
La risposta è tanto ovvia quanto ormai noiosamente ripetitiva: Le ferrovie e i loro treni.

Quando mai il concetto di coincidenza potrà essere slegato da quello di casualità? Eppure pare che, in genere, in un servizio di trasporto le coincidenze vadano pianificate prima, per evitare, per puro esempio, che il treno coincidente parta prima dell'arrivo dell'altro. Posso comprendere quando vi sono ritardi di 15 minuti o addirittura mezz'ora (per quanto anche su questo punto vi sarebbe assai da discutere...) ma quando il treno ritarda di 5 minuti, perché non attenderlo almeno un paio di minuti, giusto per permettere ai signori viaggiatori di percorrere il sottopassaggio e raggiungere il treno coincidente. Ma pare essere una cosa tanto assurda?
E invece è così, non sussiste alcuna differenza tra una coincidenza programmata e scritta sulle tabelle degli orari dei treni, e quelle che uno può improvvisare a tavolino giocando sui ritardi, più o meno attesi che si presentano sempre sulle varie linee...
E intanto il prezzo lievita, ingiustificatamente, senza preavviso... così come un capriccio, quasi ti venisse fatto un piacere nel portarti a destinazione coi loro mezzi, e che quindi il “gioco” sia esclusivamente in mano loro.
E tutto questo alimenta una catena di effetti deleteri. Un lavoratore, con orari fissi, come può affidarsi ai treni per andare al lavoro, quando l'unica certezza che può avere è quella di incappare, presto o tardi, in qualche ritardo gigantesco. E poi ci si chiede come mai ci siano così tante macchine in circolazione e perché il livello di inquinamento nelle città e non solo sia così elevato. Ci dicono di risparmiare (ci dicono poi non vuol dire proprio nulla dato che non si sa mai a chi si rivolga quel “ci”) ma intanto nessuno si cura di migliorare il trasporto pubblico. Possibile che paia sempre un'illusione quella che mezzi pubblici possano un giorno sostituire i mezzi privati e che questo possa essere di beneficio per tutti? Eppure è così, so per certo che quando arriverò in stazione non ci sarà mai il pullman programmato all'incirca poco dopo l'orario di arrivo del treno... ma come biasimarli del resto, è risaputo che coi treni, se va bene si sa quando si parte ma quando si arriva resta un mistero. (Considerando che sono ancora in viaggio mentre dovrei essere già abbondantemente arrivato a casa...)

Forse lo sfogo è eccessivo, dato che qualche volta, funzionano... ma credo che sia proprio questo l'errore. Non ci si può permettere un servizio che non dia una garanzia assoluta di affidabilità! Il ritardo sopra i 3 minuti dovrebbe essere un eccezione non la regola, non dovrebbe esistere che già alla prima stazione ci siano più di 5 minuti di ritardo, altrimenti è ovvio che il sistema, le coincidenze, e gli incastri per permettere ad ogni treno di avere un binario sgombro su cui viaggiare non potranno mai funzionare.