lunedì 12 marzo 2007

La scoperta della Sorgente

- Piccola ed eroica -

Al giorno d’oggi in cui tutto al mondo sembra essere già stato scoperto, già visto, credo che in pochi abbiano avuto la fortuna di potersi avventurare in un luogo inesplorato.

Certo, inesplorato lo era solo nella mia fervida immaginazione. Ma posso assicurare che questo è più che sufficiente.

Feci fatica a ricordarmi la strada per tornare alla Sorgente. La seconda volta che vi tornai mi sembrò più lunga e diversa. Malgrado fossi convinto di avere dei punti fissi per orientarmi, spesso li perdevo ed ogni volta mi pareva di calarmi in uno spazio nuovo e misterioso.

Portai il mio migliore amico in questo posto. Anche lui poteva condividere con me l’immaginazione di un luogo inesplorato. Il fascino di un torrente d’acqua sconosciuto, e degli alberi a perdita d’occhio. Ora che la prima scoperta era stata fatta bisognava esplorare tutto il nuovo territorio, e non era impresa da poco.

Iniziammo così la discesa a valle della sorgente vera e propria. Dove il ruscello cresceva in portata, formando pozze e cascatelle. Con gli occhi stupiti di chi si trova davanti ad un nuovo mondo, osservavamo ogni singolo giro d’acqua, gli strani depositi di calcare, le forme delle pietre scolpite dalle acque correnti.

Ogni giorno ci spingevamo un poco più in giù, il torrente sembrava infinito svelandoci ogni giorno nuovi paesaggi, con buche profonde anche più di un metro e cascate altrettanto alte. Era la nostra terra dimenticata da tutti. Sembrava davvero di essere come gli esploratori dei documentari.

La somma felicità era di chi ci accoglieva a casa, quando rientravamo dalla spedizione completamente ricoperti di fango…

Ma non mancavano i pericoli, ricordo un giorno in particolare della nostra avventura. Oramai avevamo esplorato tutta la parte a monte della Sorgente, e ne conoscevamo bene i sentieri che ci avrebbero potuto condurre alla civiltà. Eravamo sempre in tre, io, il mio amico nonché cugino e compagno di esplorazioni, e Pica, fedele cagna che si dimostrò eroica in questa occasione…

Stavamo rientrando verso casa, consapevoli che il sentiero ci avrebbe portato vicino ad una grande villa sorvegliata da cani lupo…

Il percorso era già stato testato, ma quel giorno eravamo particolarmente agitati. Dei latrati di cani si diffondevano per il bosco. L’istinto ci spinse ad armarci di sassi e bastoni, convinti che se uno di quei cani si fosse avventato su di noi avremmo potuto colpirlo abbastanza forte in testa da lasciarlo stordito. In realtà avevamo abbastanza paura, e speravamo che un simile incontro non sarebbe mai avvenuto…

Eravamo quasi in vista della strada che conduceva alla ultima casa prima del bosco. Appunto la grande villa sorvegliata da cani. Quando vedemmo scendere, proprio dalla strada che volevamo raggiungere, due grossi cani lupo. Non avevano padrone.

Cercammo di proseguire nella speranza che i due cani ci ignorassero. I due cani erano davvero grossi, e altrettanto poco raccomandabili. Ma i due ci si fecero sempre più vicini…

Per fortuna Pica non era legata al guinzaglio…

Infatti appena i due furono abbastanza vicini sentirono immediatamente l’odore della cagnetta.

E Pica se ne accorse, sapeva di essere in minoranza, sia fisica che numerica… ma aveva un vantaggio sui due cagnoni…

Così iniziò a correre!

Dovete sapere che Pica era forse la cagna più veloce che avessi mai visto, e a quei tempi era in forma particolarmente fenomenale… presto scomparì tra gli alberi del bosco portandosi dietro i due cani lupo.

Ci aveva sgombrato la strada… per noi era assolutamente impossibile stare dietro ai cani. Correvano troppo velocemente, e si infilavano tra arbusti troppo intricati per noi. Ci avviammo verso la strada, incerti sul da farsi…

Furono lunghi attimi di attesa e di speranza, ma alla fine, la stoica cagnetta ricomparse dalla vegetazione. Con la lingua penzolante ed il fiato corto. Ma sorridente come solo un cane può esserlo. Probabilmente i cani furono richiamati dal loro padrone, ma mi piace pensare che Pica li avesse ben staccati, e conoscendo bene, probabilmente meglio di noi, quella zona, li avesse seminati. In ogni modo nessuno della spedizione poté dubitare del suo eroismo nel salvarci dai due grossi cani.

Non oso immaginare come sarebbero andate le cose se lei non fosse stata con noi.

Ma eravamo ancora lontani dallo scoprire tutti i misteri della Sorgente, e altre avventure ci aspettavano e ci trascinavano con sempre maggiore entusiasmo in quel boschetto, a percorrere quel torrentello.

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