lunedì 19 febbraio 2007

Bergamo Pavia 18-02

Ritorno a Pavia...

Diretti a Pavia, nel buio di una serata di Febbraio che vuole ricordare che l’inverno non c’ha abbandonato del tutto.

Il vagone è una storia d’altri tempi, carico degli odori ci mostra un mondo color seppia attraverso i finestrini. Non pensiate che sia un effetto dato dal mio umore, quanto bisognerebbe ringraziare gli spessi strati multipli di incrostazione ben sovrapposti al vetro. I sedili macchiati dagli anni spaventano gli incauti viaggiatori. Soprattutto quando vengono a sapere che sono appena passati coloro che devono pulire. Probabilmente si sono adoperati a far allontanare antichi resti murini, e di altre bestie accoccolate sopra i sedili, ed a sgombrare le ragnatele che forse ostruivano il passaggio. Ragnatele? Ma che dico? Dopo cinquanta o forse sessanta anni di interrotto servizio su questo vagone certo non vi sono ragni. Forse altri piccoli aracnidi, come gli acari, si trovano molto bene a loro agio nel morbido tessuto avvolti nel clima tropicale del vagone. E in tutto questo cresce il formicolio della mia gamba destra, certo per mia colpa che l’ho messa troppo vicina al lato del treno, dove il calore per poco non fonde il metallo stesso, cercando di mischiarlo con la suola delle mie scarpe.

Spero che i pantaloni non prendano fuoco tanto facilmente.

E spogliarmi non si può, la sola idea di poggiarsi a questi sedili fa immaginare milioni di piccole creature annidiate tra il tessuto che altro non aspettavano per saltare su di un essere umano e mangiucchiare qualche scaglia della nostra pelle. Per loro sì, ogni viaggio è una festa.

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